Qui offerto nella prima edizione moderna, governata da criterî filologici, il De re anatomica è senz'altro uno dei piú importanti testi medici prodotti da maestri patavini tra il Cinque e il Seicento.
Successore del Vesalio sulla cattedra di Anatomia dello Studium di Padova (1544) e professore poi in quello di Pisa, Realdo Colombo (Cremona, 1510-15 ca. - Roma, 1559) si trasferisce sin dal 1548 a Roma nell’intento di dar vita a un trattato che ambisse non tanto a competere con Galeno, o piuttosto ad affossarlo definitivamente, quanto a superare e vincere – con l’ausilio, per le progettate tabulæ, del colà vivente « primo pittor del mondo » : Michelangelo – il monumentale capolavoro dello stesso Vesalio, il De humani corporis fabrica. Nacque cosí il De re anatomica, che vide la luce nell’estate del 1559 a Venezia, presso Nicolò Bevilacqua, nella stagione medesima in cui il suo autore incontrava la morte. Lo stile chiaro e semplice, l’efficacia dell’argomentazione, l’originale impostazione epistemologica e le numerose novità anatomiche che riporta garantirono al libro, pur nell’assenza d’ogni pictura, uno straordinario successo in tutta Europa: già tre anni dopo la princeps (in-folio) il trattato veniva riedito a Parigi dal Gillius, dal Wechelus e dal Foucherius. In queste diverse edizioni (in-8°) come nelle altre e non poche successive, il formato minore è segno della grande diffusione del testo come manuale di studio ; fu poi tradotto in tedesco dallo Schenck nel 1608, e variamente citato e riscritto in ambito anglosassone.
Realdo venne ben presto considerato uno dei grandi innovatori della scienza anatomica del Cinquecento. Note sono le sue rivoluzionarie osservazioni su diastole e sistole, la cosiddetta « scoperta » del clitoride, la dimostrazione, controversa, della circolazione polmonare. Ma la presente edizione intende soprattutto rivelare lo sguardo nuovo del Colombo sul corpo umano e la nuova concezione dello studio su di esso: mediante la visione diretta, la perlustrazione autoptica, lo studioso deve sottoporre al vaglio dell’esperienza l’autorità dei maestri, antichi e recenti. Realdo si sentí libero di proseguire la ricerca senza lasciarsi intimidire dalla grandezza speculativa del Vesalio : come scrisse sin dal 1548 in una lettera a Cosimo de’ Medici, il suo desiderio era quello di realizzare un’opera « per la quale [coloro che desiderano apprendere l’anatomia] habbino la veritade de la cosa, et che si puossa, mentre che si fa la anatomia studiarla».
Dopo un’ampia Introduzione che lumeggia i diversi aspetti dell’opera – la biografia di Realdo, la sua cultura, il contesto storico, le novità scientifiche, la genesi e lo stile del testo e le peculiarità dell’edizione –, il presente volume offre un testo latino criticamente riveduto e un’attenta versione italiana riccamente annotata. I termini anatomici usati da Realdo sono seguiti, ove bisogni, dai corrispondenti termini in uso nell’anatomia moderna. Chiudono il volume un’Appendice e degli indispensabili indici.
Gianluigi Baldo: Professore di Letteratura latina nell’Università degli studî di Padova, ha al suo attivo significativi contributi di studio sull’oratoria ciceroniana, sulla poesia augustea, sulla storiografia della prima Età Imperiale, sulla ricezione della lirica oraziana nella poesia occidentale, etc. Fra le sue pubblicazioni, la monografia Dall’Eneide alle Metamorfosi: Il codice epico di Ovidio (Padova, Imprimitur, 1995), l’edizione critica e commentata di Cicerone, Verrine, II 4: De signis (Firenze, Le Monnier, 2004), o ancora la cura (con E. Cazzuffi) del collettaneo Regionis forma pulcherrima: Percezioni, lessico, categorie del paesaggio nella letteratura latina (Firenze, Olschki, 2013).
Da lui coordinati e diretti, l’edizione, la traduzione e il commento del De re anatomica qui presentati sono il frutto del lavoro dell’équipe interdisciplinare di filologi, storici e studiosi di anatomia composta da Tiziana Brolli, altresí responsabile della redazione generale e degli indici del presente volume, Raffaele De Caro, Antonella Duso, Martina Elice, Veronica Macchi, Paolo Maini, Andrea Porzionato, Giovanni Ravenna, Massimo Rinaldi e Romeo Schievenin.